Adesso vedo mio padre sotto un'altra luce

27.04.2019

"Adesso vedo mio padre sotto un'altra luce, eppure lui è sempre lo stesso" 

E' la frase detta con sorpresa da un uomo che sta svolgendo un percorso di evoluzione personale. Molte persone portano antiche sofferenze dovute al fatto di non essersi sentite abbastanza amate, viste, comprese dai propri genitori.

Ma chi non si sente visto, in realtà, non vede l'altro. Se mi permetto di guardare mio padre, mia madre, senza giudizio, ascoltando in profondità la storia di cui loro sono figli, posso comprendere che quello che sono riusciti a trasmettermi è stato in base a quello che hanno assorbito a loro volta, posso vederli per ciò che sono, quindi accoglierli dentro di me. E posso scoprire che non era mio padre che non mi vedeva, ma che ero io che non vedevo lui, perché in continuo giudizio e pretesa verso di esso, pretesa che lui potesse essere diverso da ciò che è. Se dentro di me dico "Sì" a mio padre, ovvero lo accolgo nel cuore esattamente per ciò che è, comprendo e rispetto le mie radici.

Io vengo da lì e se rifiuto questo tolgo forza al mio destino; se invece faccio pace con le mie radici, comprendo e rispetto una parte di me, perché mio padre è una parte di me e io sono una parte di mio padre.

Se non riesco a ricevere e a ringraziare per quel "poco" che i miei genitori hanno potuto darmi, nel modo in cui hanno potuto darmelo, non riesco nemmeno a dare: come a faccio a dare se non ho? Se il mio vaso è vuoto? Che cosa trasmetto a mia volta? Rivalsa credendo di "fare meglio di loro"?      O ancora metto in atto richieste di risarcimento affettivo verso altre persone che non possono risarcirmi. Non possono risarcirmi sia perché non spetta a loro farlo, sia perché essendo io in questa energia di pretesa e aspettativa, non vedo comunque ciò che queste persone mi danno.

Posso prendere le distanze da certi copioni comportamentali dei miei genitori, da alcuni loro atteggiamenti che non condivido, ma non posso rinnegare dentro di me i miei genitori: pena grande sofferenza, quando dico no ai miei genitori, dico no alla vita. Non è rifiutando il mio sistema famigliare che posso stare meglio ma imparando a prendere quello che i miei genitori mi possono donare, a modo loro.

In questo modo posso ricevere anche altro da altri. Se diversamente mi ostino a chiedere al genitore quello che non può darmi, rimango sempre in richiesta e non sono in grado di ricevere da nessun altro, ovvero quello che ricevo risulta sempre insufficiente ai miei occhi.

CARA MAMMA, CARO PAPA', QUELLO CHE DA VOI HO RICEVUTO E' STATO MOLTO, ED E' ABBASTANZA. GRAZIE. IL RESTO LO PRENDERÒ DALLA VITA.

Dott. ssa Jessica Azzali, specialista in Facilitazione delle Relazioni intra famigliari, di coppia, Abilità parentali, Costellazioni familiari. 

Bibliografia: 

Bert Ulsamer, Senza radici non si vola, Edizioni Crisalide, 2000, LT

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