La malattia chiede di essere capita, non combattuta

31.07.2019

Spesso nel mondo medico, per approcciarsi a curare una malattia, si utilizzano termini quali "Lotta alla malattia, sconfiggere la malattia, combatterla, vincerla". La guerra diviene parola curante, strumento di guarigione.

Nonostante sia ovvio che questo venga pronunciato da medici e pazienti in buona fede, con buon intento e che per molte persone che si apprestano alle cure è importante sentirsi "forti", mi chiedo come si possa pensare di guarire attraverso la guerriglia.

Per fare la lotta bisogna armarsi, corazzarsi, aggiungere peso. E l'etimologia della parola "vincere" significa: "costringere con la forza, debellare, domare".

Vincere per avere la salute? Vincere per avere la vita? La salute e la vita si favoriscono costruendo e non distruggendo, costruire è parola di pace, distruggere è parola di guerra.

La malattia è una parte di noi che ci porta un messaggio che ha bisogno di esprimersi per sviluppare un cambiamento. La malattia non è un mostro esterno che attacca a tradimento: è roba nostra, abbiamo contribuito a costruirla, ad alimentarla attraverso il non ascolto delle nostre parti interne, ferite, irrisolte. E come possiamo pensare di stare meglio facendo la guerra ad una parte di noi? Probabilmente è già da una vita che siamo in guerra con qualcosa o con qualcuno... non è tempo di invertire la rotta? Non è tempo di iniziare a scegliere la pacificazione partendo con la benevolenza verso di sé, la comprensione, il lasciar andare, il perdono?

Anziché vedere la malattia esclusivamente come qualcosa di cui liberarsi è possibile liberare le forze dell'amore che abbiamo dentro, che ci appartengono, che stanno solo aspettando di essere ricontattate. Il non pacificato, non compreso, non perdonato, proprio come una malattia lavora in noi e nel nostro corpo. Oltre che impegnarsi per far fallire la malattia è possibile lavorare su di sé per far fallire il rancore, per sciogliere la sofferenza, favorire il benessere.

Quando il corpo esprime il dolore attraverso la malattia si ha bisogno di integrare alle cure mediche un ascolto amorevole, un'entrata gentile nel corpo per scoprire le memorie emotive contenute in esso e ascoltare cosa comunicano di noi stessi, della nostra storia, dei nostri bisogni profondi. E' necessario guardare alla malattia come a un linguaggio dell'anima: i disturbi fisici riflettono tensioni specifiche all'interno della persona e della sua coscienza. Un mutamento della coscienza crea un mutamento nel campo di energia dell'individuo e un mutamento nel campo di energia accade prima di un mutamento nel corpo fisico. Quindi la direzione della manifestazione della malattia va: dalla coscienza→ attraverso il campo di energia→ al corpo fisico.

Il nostro corpo ci sente. E parla per noi.

Possiamo imparare ad ascoltarlo e a parlare con lui.

Dott. ssa Jessica Azzali, specialista in Facilitazione delle Relazioni intra famigliari, di coppia, Abilità parentali, Costellazioni familiari.


Bibliografia:

M. Brofman, Capire per guarire, 2016 TEA Milano

R. Dahlke, Malattia linguaggio dell'anima, 1996 Ed. Mediterranee

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